Giornata Mondiale contro il cancro, l’impatto del Covid-19 sulla patologia

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Giornata Mondiale contro il cancro, l’impatto del Covid-19 sulla patologia

Fiocco viola tenuto tra le mani

Il 4 febbraio si celebra la Giornata Mondiale contro il Cancro. Istituita nel 2000 dalla Union International Cancer Control questa ricorrenza ha l’obiettivo di sensibilizzare  e mobilitare la comunità internazionale verso questa grave malattia che ancora oggi e soprattutto in concomitanza con la pandemia da Covid-19 rappresenta un’emergenza mondiale.

Solo in Italia, infatti, lo scorso anno sono stati diagnosticati circa 377.000 nuovi casi di tumore, più di 1000 al giorno, e sono stati stimati 181.330 morti. Si tratta di un gran numero, ma in realtà l’emergenza pandemica ha ridotto le diagnosi di neoplasia. Questo significa che i casi di tumore potrebbero, purtroppo, essere molti di più.

 

L’impatto del Covid-19 sulla patologia

I ritardi nelle diagnosi e nelle cure accumulati in questi 24 mesi di pandemia, oltre che la riduzione degli screening preventivi relativi al tumore alla mammella, alla cervice uterina e al colon retto, ben due milioni e mezzo di esami in meno, hanno favorito l’aumento di casi gravi di Cancro. Proprio nell’ambito della Giornata mondiale, infatti, è arrivato l’appello degli oncologi secondo i quali si sta registrando un’ondata di tumori in fase avanzata e quindi più complessi da curare.

Inoltre, con la nuova variante Omicron la gestione dei reparti di oncologia  è nuovamente in crisi e l’attività chirurgica ospedaliera è stata sospesa o rallentata perché le terapie intensive sono occupate dai pazienti con Covid-19. Questo rappresenta un enorme problema per le persone con cancro perché rischiano di aggravarsi per via delle lunghe tempistiche entro cui vengono eseguiti gli interventi chirurgici.

 “La crisi nell’assistenza sanitaria causata dalla pandemia non può più essere affrontata con iniziative estemporanee come è avvenuto finora, basate sull’apertura e chiusura dei reparti in relazione all’incremento del numero dei contagiati dal Covid-19 – ha affermato Saverio Cinieri, Presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) -. 

 

La richiesta urgente di un Recovery Plan

Per superare lo stallo causato dal Covid-19 e colmare i ritardi nell’assistenza gli esperti chiedono urgentemente un <<Recovery Plan>> cioè un piano di recupero dell’oncologia, attraverso le parole del presidente dell’Aiom:

“Le neoplasie, non rilevate nel 2020, ora stanno venendo alla luce, ma in stadi più avanzati e con prognosi peggiori rispetto al periodo precedente la pandemia – ha spiegato il Presidente Cinieri -. Inoltre, queste patologie presentano anche un carico tumorale maggiore, cioè metastasi diffuse, con quadri clinici che non vedevamo da tempo. Senza un’adeguata programmazione, che preveda l’assegnazione di risorse e personale dedicato, le oncologie del nostro Paese non saranno in grado di affrontare l’ondata di casi di cancro in fase avanzata stimati nei prossimi mesi e anni. Per uscire da questa situazione,– ha continuato – occorre una programmazione a medio e lungo termine che implementi l’attività oncologica ospedaliera. Il Governo ha stanziato 1 miliardo di euro per recuperare gli interventi e le visite rinviate. Ma non basta, – ha concluso. – Se non viene definito un Piano di recupero, con un potenziamento vero del personale e delle strutture rischiamo di non riuscire a gestire la prossima epidemia di casi oncologici gravi. Serve un piano di recupero che vada dagli ospedali alla medicina del territorio”.