Riforma dell’Assistenza Territoriale in Gazzetta Ufficiale: le novità sull’assistenza extra ospedaliera

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Riforma dell’Assistenza Territoriale in Gazzetta Ufficiale: le novità sull’assistenza extra ospedaliera

novità sull'assistenza extra ospedaliera

Il 23 maggio, dopo un lungo iter di approvazione, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il DM 77, ovvero il Regolamento per la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale.

In merito alla riforma, in vigore dal 7 luglio prossimo, il ministro della salute Roberto Speranza ha affermato che “con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto di riforma dell’assistenza territoriale tutti gli obiettivi del PNRR Salute, in scadenza il 30 giugno, sono stati conseguiti. Ora possiamo investire risorse senza precedenti per rafforzare il nostro Servizio Sanitario Nazionale”.

Un nuovo modello di sanità


Nel nuovo modello ridefinito dal PNRR non saranno più previsti soltanto Asl e ospedali, ma anche 1.430 Case di comunità, 435 Ospedali di comunità e 611 Centrali operative territoriali.
Il cardine del modello saranno i Distretti Sanitari, ovvero il fulcro per l’accesso ai servizi dell’Asl locale deputato, anche mediante la Casa di comunità, al perseguimento dell’integrazione tra le differenti strutture sanitarie per una risposta coordinata e continuativa alle esigenze dei cittadini.

Aperte 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, le Case di Comunità rappresenteranno il luogo fisico e di facile individuazione al quale i cittadini potranno accedere per bisogni di assistenza sanitaria e socio-sanitaria.
Anche gli spoke delle Case della Comunità, ossia gli studi dei medici di famiglia, continueranno a svolgere un ruolo importante e saranno collegati in rete per garantire aperture h12, sei giorni su sette.
Verrà invece introdotta la nuova figura professionale dell’Infermiere di Famiglia o Comunità che assicurerà assistenza infermieristica in collaborazione con tutti i professionisti presenti nella comunità in cui opera.

Tra gli standard è previsto almeno 1 infermiere di famiglia/comunità ogni 3.000 abitanti, almeno una casa di comunità ogni 40 mila – 50 mila abitanti, ed almeno 1 distretto ogni 100.000 abitanti.

Nel Distretto vi saranno anche gli Ospedali di Comunità, ossia strutture sanitarie di ricovero che saranno decisive per la presa in carico dei pazienti nelle fasi post ricovero ospedaliero o in tutti quei casi in cui risulta la necessità di una particolare assistenza prossima al domicilio del paziente.
A coordinare i vari servizi del Distretto verranno istituite le Centrali Operative Territoriali (Cot) e sarà promosso il numero di assistenza territoriale europeo (116117) disponibile ai cittadini 24/7 per richiedere prestazioni sanitarie e sociosanitarie a bassa intensità assistenziale.

Oltre a queste principali novità, il decreto fissa anche gli standard per l’assistenza domiciliare, per la rete delle cure palliative, per i dipartimenti di prevenzione e consultori familiari ed, infine, definisce l’utilizzo dei servizi di Telemedicina.

Il ruolo centrale delle farmacie

Nel nuovo sistema di cure primarie le farmacie rappresenteranno un elemento fondamentale ed integrante del SSN, in quanto identificate a tutti gli effetti come presidi sanitari di prossimità dove il cittadino potrà trovare sempre più servizi.

«La pandemia ha fatto emergere chiaramente la necessità di fare squadra sul territorio per rispondere in maniera adeguata alle sfide dei tempi. Le nuove funzioni della ‘Farmacia dei servizi’ e le sinergie interprofessionali sancite dal Decreto sugli Standard dell’assistenza territoriale non possono che essere il punto di partenza per rilanciare la sanità territoriale, partendo proprio dal farmacista quale figura più prossima ai cittadini». È quanto ha dichiarato Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi), a margine della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.