Cambiamento climatico e inquinamento, verso una stagione delle allergie sempre più intensa

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Cambiamento climatico e inquinamento, verso una stagione delle allergie sempre più intensa

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Le allergie stagionali sono molto diffuse e si manifestano in determinati periodi dell’anno, specialmente in primavera, estate o autunno, a seconda di quale sia il fattore scatenante dell’allergia. Il periodo più ricco di pollini, tra le principali cause delle allergie respiratorie, coinvolge di norma i mesi di aprile, maggio e giugno. Il surriscaldamento globale unitamente all’inquinamento, tuttavia, sembrerebbero avere un impatto significativo sulla stagione delle allergie.

Gli effetti del cambiamento climatico sulla vegetazione

Il riscaldamento globale ed il conseguente innalzamento delle temperature provocano la fioritura anticipata di molte piante e la prolungano nel tempo. L’aumento della quantità di gas serra nell’atmosfera, infatti, fa sì che le piante assorbano più anidride carbonica, il che stimola la loro crescita e aumenta la produzione di polline.
Ne consegue quindi una presenza maggiore di allergeni per un periodo più lungo ed intenso rispetto al passato.

Quali sono gli allergeni in aumento?

Le reazioni allergiche, nel periodo primaverile, sono provocate soprattutto dalle graminacee, la paritaria, l’ontano e la betulla. A crescere però è anche il fronte dei soggetti allergici al nocciolo, al cipresso e all’ambrosia. Un altro allergene in aumento è la muffa, un tipo di antigene che ama il calore e l’umidità. Con l’aumento delle temperature e delle precipitazioni, le condizioni favorevoli alla formazione di muffe stanno diventando più frequenti.

Sempre più soggetti a rischio allergie

Gli italiani che soffrono di allergie sono quindici milioni e da qualche anno a questa parte hanno cominciato ad accusare i sintomi tipici già alla fine dell’inverno o anche in estate e in autunno. Questo fenomeno potrebbe portare ad un aumento tale dei casi che, secondo gli esperti, il 50% della popolazione riscontrerà sintomi allergici. Il fronte delle persone sensibili a più allergeni è destinato a modificarsi e così anche l’inquadramento di queste patologie, non più considerate da un punto di vista clinico come malattie stagionali ma croniche. I soggetti allergici vedono dunque messa fortemente a rischio la loro qualità di vita e sempre più persone dovranno fare i conti con allergie respiratorie più o meno gravi.

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